Piano Transizione 4.0: i migliori crediti d’imposta

piano Transizione 4.0

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Con la Legge di Bilancio 2024, il Piano Transizione 4.0 non ha subito modifiche rispetto a quanto già previsto. Ecco la aliquote dei crediti d'imposta 2024.

Indice

Tutti i crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali, innovazione, green, ricerca, sviluppo e design disponibili nel 2024.

Piano Transizione 4.0: come funziona nel 2024

Il Piano Transizione 4.0 è un programma messo a punto dal governo italiano nel 2020 e comprensivo di una serie di incentivi, principalmente nella forma di crediti d’imposta, a favore di imprese che realizzano investimenti nel campo della digitalizzazione, dell’innovazione tecnologica e della transizione ecologica.

In realtà era atteso un Piano Transizione 5.0, già in parte delineato dal MIMIT e finanziato anche grazie alla riprogrammazione delle risorse PNRR, ma nella Legge di Bilancio 2024 non ce n’è traccia. Il Piano Transizione 5.0 andrà a privilegiare gli investimenti per la riduzione dei consumi energetici e per la riduzione delle emissioni inquinanti, prevedendo un credito di imposta con aliquote che potrebbero arrivare fino al 40%. Il nuovo Piano sarà complementare a quello 4.0, ma per ora dobbiamo ancora attendere l’emanazione del relativo decreto legge e il successivo decreto attuativo.

Con la Legge di Bilancio 2024, il Piano Transizione 4.0 non ha subito modifiche e pertanto le variazioni delle aliquote sono quelle già preventivate per i beni immateriali 4.0, che risultano inferiori a quelle che erano in vigore nel 2023. 

Vediamo quali sono i crediti d’imposta ancora attivi e come sono cambiate le aliquote!

Credito d’imposta beni strumentali

Nel 2024, il Credito d’Imposta in beni strumentali continua a poter essere applicato esclusivamente per i beni materiali ed immateriali tecnologicamente avanzati

Come cambiano le aliquote?

Innanzitutto, le aliquote del credito d’imposta variano in funzione della tipologia di bene per cui viene richiesto e del periodo in cui viene effettuato l’investimento.

Per gli investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, ricompresi nell’Allegato A della Legge 11 dicembre 2016, n.232, il credito d’imposta è così riconosciuto:

Per gli anni 2023 – 2025, nella misura del:

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro (limite annuale)
  • 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’economia e delle finanze.
 

Il credito d’imposta può essere richiesto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Per gli investimenti in beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati, ricompresi nell’Allegato B  della Legge 11 dicembre 2016, n.232, il credito d’imposta, come da previsione, nel 2024 subisce una riduzione dell’aliquota e ne subirà una ulteriore nel 2025. Ecco le percentuali previste:

  • per l’anno 2023: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • per l’anno 2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • per l’anno 2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro.
 

Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo a condizione che entro la data del 31 dicembre dell’anno in corso il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Questo significa che se nel 2023 hai pagato un acconto del 20% o più di un investimento ancora da sostenere, potrai usufruire dell’aliquota più vantaggiosa in vigore nel 2023. Se il costo finale dovesse però risultare maggiore di quanto previsto, sulla parte eccedente dovrai necessarie applicare l’aliquota in corso nel 2024

Passiamo ora ai beni strumentali per cui è ancora possibile chiedere il riconoscimento del credito d’imposta esclusivamente per gli investimenti effettuati nel 2022.

Per i beni strumentali materiali tradizionali, per l’anno 2022, l’aliquota del credito d’imposta è pari al 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro. Per i beni strumentali immateriali tradizionali, per l’anno 2022, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milioni di euro.

Sia per i beni strumentali materiali che per quelli immateriali tradizionali, ovvero diversi da quelli classificati negli Allegati A e B, il credito d’imposta può essere richiesto per gli investimenti effettuati fino al 30 novembre 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

credito d'imposta ricerca sviluppo 2023
Piano transizione 4.0: tutte le novità

Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Ideazione Estetica

Il Credito d’Imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Ideazione Estetica mira ad incentivare la spesa del tessuto produttivo italiano nei suddetti ambiti di investimento, con l’obiettivo di promuovere la competitività delle imprese e di favorire i processi di transizione digitale ed ecologica.

A questo credito d’imposta abbiamo dedicato un articolo di approfondimento aggiornato con le novità del 2023 e comprensivo di tutti i dettagli relativi alle attività ammissibili. La Legge di Bilancio 2024, come già accennato, non ha apportato ulteriori cambiamenti: anche in questo caso la riduzione di alcune aliquote a partire dal 1° gennaio 2024 era già prevista. Di seguito, riportiamo invece, in breve, i punti salienti e i cambiamenti previsti nelle aliquote.

Quali sono le aliquote?

Il Credito d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica ha importi differenti a seconda della tipologia di spese per cui viene richiesto.

Dal 1° gennaio 2024, per le attività di innovazione e design le aliquote da applicare sulla relativa base di calcolo subiscono una riduzione del 50%

Per le attività di Ricerca & Sviluppo, in cui sono comprese la Ricerca Fondamentale, la Ricerca Industriale e lo Sviluppo Sperimentale,  il credito d’imposta, è riconosciuto nella misura del 10% e nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro per tutte le annualità dal 2023 al 2031.

Invece per le attività di innovazione tecnologica e di Design e Ideazione estetica, dal 1° gennaio 2024, le aliquote da applicare alla relativa base di calcolo vengono ridotte del 50% rispetto a quelle in corso nel 2023. Entriamo nel dettaglio.

Per le attività di Innovazione Tecnologica, con cui si intende la realizzazione di prodotti o processi produttivi che non sono innovativi per tutto il settore di riferimento, ma solo per la singola impresa, le aliquote sono le seguenti:

  • Anni 2022 – 202310% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi;
  • Anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi
 

Per le attività di Innovazione Tecnologica 4.0 e Green, connesse alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica e digitalizzazione 4.0, si applicano invece le seguenti aliquote:

  • Anno 202310% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi;
  • Anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi
 

Per le attività di Design e Ideazione estetica per l’ideazione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori del tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica,il credito d’imposta è riconosciuto:

  • per gli anni 2022 – 202310% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro:
  • per gli anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
bonus formazione 4.0
Piano transizione 4.0: tutte le novità

Credito d’imposta formazione 4.0

Il Credito d’Imposta Formazione 4.0, già dal 2023 non è tra gli incentivi inclusi nell’ambito del Piano Transizione 4.0. Tuttavia, è ancora possibile richiederlo per i crediti maturati nel 2022 in spese di formazione realizzata negli ambiti della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica

Per conoscere tutti i dettagli relativi al Bonus Formazione 4.0, puoi leggere l’articolo di approfondimento che gli abbiamo dedicato. Di seguito, troverai invece le aliquote applicabili per i crediti del 2022 e variabili in relazione alla dimensione di impresa e al periodo di riferimento, antecedente o successivo al 17 maggio 2022.  

Per i progetti di formazione 4.0 iniziati entro il 17 maggio 2022, si applicano le seguenti aliquote, come previsto all’art.1 comma 211 della Legge di Bilancio 2020:

  • 50% per le piccole imprese, nel limite massimo annuale di 300.000 euro;
  • 40% per le medie imprese, nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
  • 30% per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
 

Per le attività di formazione 4.0 avviate dopo il 17 maggio 2022, le aliquote applicabili sono invece le seguenti:

  • 40% per le piccole imprese, nel limite massimo annuale di 300.000 euro;
  • 35% per le medie imprese, nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
  • 30% per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
 

Per i progetti di formazione 4.0 rivolti ai lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definiti dal decreto del  Ministro  del  lavoro  e delle politiche sociali del 17 ottobre 2017, l’aliquota applicabile è, per entrambi i periodi di riferimento, del 60%.

Piano Transizione 4.0: i Beneficiari

Tutti i crediti d’imposta previsti dal Piano Transizione 4.0 sono destinati alle imprese operanti e residenti sul territorio italiano, indipendentemente dal settore di appartenenza e dalla forma giuridica, che rispettino le normative in materia di sicurezza sul lavoro e gli obblighi contributivi assistenziali e previdenziali in favore dei lavoratori.

Non possono usufruire dell’incentivo, invece, le imprese sottoposte a procedure concorsuali e quelle destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Crediti d'imposta Transizione 4.0: Come Richiederli

Le imprese possono beneficiare dei Crediti d’Imposta Transizione 4.0 in compensazione, attraverso i modelli F24 messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, e a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili. La base di calcolo del singolo credito d’imposta deve essere assunta escludendo altre sovvenzioni o contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.

Inoltre, è necessario che le imprese richiedenti dispongano di alcuni documenti, tra cui:

– una relazione asseverata che dimostri la conformità del progetto e delle spese con gli obiettivi del Piano Transizione 4.0

– una certificazione delle spese rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.

– ulteriori documenti  specifici in base alla tipologia di credito d’imposta per cui si inoltra la richiesta

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Simona Lucchetti

Laureata con lode presso l’Università La Sapienza, ha acquisito esperienze e competenze in vari settori prima di approdare a Trovabando. Collabora con Trovabando da diversi anni occupandosi principalmente di elaborare e implementare strategie commerciali. È impegnata, inoltre, nella realizzazione della documentazione progettuale connessa alle agevolazioni pubbliche e fondi indiretti

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